Come guadagnare il 2% che non sai di avere già (e senza rischi)
E’ possibile investire e guadagnare il 2% senza nessun rischio?
Se “senza nessun rischio” ti fa scattare un campanello di allarme, siamo con te: di solito c'è la fregatura.
Tuttavia in questo caso non è così.
Come è possibile? Semplicemente scegliendo meglio in cosa e con chi investire.
Una ricerca di Morningstar condotta su 35000 fondi comuni europei evidenzia che i costi complessivi dei fondi di investimento possono arrivare ad essere anche più alti del 50% rispetto alle commissioni di gestione, cioè le uniche commissioni generalmente considerate da chi investe.
Come si può notare nella successiva tabella, commissioni di ingresso, di uscita, di performance, costi di transazione e altre "spese correnti" (tutte voci meno evidenti che dovreste trovare sul rendiconto commissioni e oneri annuale, se lo avete ricevuto) affossano il rendimento dei tuoi investimenti.
L'investitore italiano: sommerso da costi e oneri
E in Italia?
In Italia la situazione è peggiore che in Europa e nel resto del mondo.
Il Global Investors Experience Study 2019 di Morningstar fotografa quello che non è un “Belpaese” per gli investitori: l’Italia è agli ultimi posti a livello globale per quanto riguarda il livello di costi e commissioni pagati dagli investitori in fondi comuni di investimento.
Secondo lo studio, l’Italia si piazza agli ultimissimi posti della classifica perché “gli investitori pagano alte commissioni di ingresso e retrocessioni, così come sono esposti a un elevato livello commissionale”.
Ad esempio, l’investitore italiano paga un TER (Total Expense Ratio, l’indicatore che rappresenta le spese complessive di un fondo di investimento) di oltre il 2% per un fondo comune azionario: un livello a cui non si arriva in nessun altro dei 26 Stati analizzati dalla ricerca, tranne a Taiwan.
Ma non solo! Nel Nonbelpaese il peso di costi e commissioni che si pagano all’inizio dell’investimento sono molto consistenti (anche se spesso non si vedono) e più alte che in molti paesi, sia in termini percentuali che in termini assoluti.
Ovviamente zavorrare subito l’investimento con alte spese iniziali pregiudica da subito di ottenere rendimenti più alti.
Con questo quadro è naturale sentirsi accerchiati, anche perchè lo studio afferma che “le classi istituzionali dei fondi (cioè quelle con un livello commissionale minimo, n.d.r.) sono sì commercializzate in Italia, ma non sono accessibili per l’investitore medio dato che la distribuzione dei fondi è dominata dagli intermediari, tipicamente dalle banche”.
Il risultato?
L’investitore italiano paga costi molto elevati che erodono letteralmente il rendimento dei prodotti in cui investe: tra i 26 Stati analizzati, l’Italia nella classifica dei costi è al 25° posto su 26 nella categoria dei fondi azionari (TER: 2,03%), al 23°nei fondi obbligazionari (TER: 1,11%) e al 19° nei bilanciati (TER: 1,55%).
Quando low cost significa qualità superiore
Tutto questo potrebbe essere una buona notizia?
Sì, se negli investimenti e nei fondi comuni valesse ciò che spesso ritroviamo nella nostra vita quotidiana: ad un prezzo più alto corrisponde una qualità più elevata.
Il mondo degli investimenti però è differente: è vero esattamente il contrario.
Se nella nostra vita quotidiana il “low cost” è sinonimo di basso servizio o a volte di bassa qualità, nel mondo degli investimenti non è affatto così, e questo è specialmente vero per i fondi di investimento, che siano attivi, passivi, ETF, alternativi o altro.
Sono moltissime le ricerche che lo evidenziano, sia accademiche che di società private.
Qui ne citiamo una di Morningstar, che essendo una realtà indipendente e senza conflitti di interesse come Euclidea, è libera di dire le cose come stanno.
In vari studi, tra cui un interessantissimo white paper, Morningstar dimostra che i fondi con i rendimenti più alti e le migliori performance nel tempo sono quelli che hanno le commissioni più basse.
Insomma: low cost è sinonimo di high quality, o high performance, se volete.
Come guadagnare di più?
Perciò la sfida per l’investitore italiano alla ricerca di buoni prodotti e servizi per i propri soldi sembra essere ancora più difficile:
La buona notizia è che è possibile e in realtà non è poi così difficile.
Dal Global Investor Experience emerge ancora una volta che i robo-advisers utilizzano principalmente gli ETF come i componenti di base per i loro portafogli di investimento” e che, essendo fondi con costi bassissimi, permettono già di evitare commissioni e oneri non proporzionati alla qualità del servizio di molti altri fondi. La nostra linea GDP Full Steam Vanguard ne è probabilmente l’esempio migliore.
Ma non solo: grazie alla tecnologia di piattaforme di robo advisory e all’esperienza e all’intelligenza umana, si possono costruire portafogli di investimento anche più efficienti e ottimizzati anche per i costi. Euclidea infatti lavora esattamente in questo modo.
Scegliere il mix corretto di ETF e fondi, passivi e attivi, ottimizzarlo minimizzando i costi investendo nelle classi istituzionali dei fondi, gestire il portafoglio con ribilanciamenti che lo tengano in linea con i tuoi obiettivi di investimento: questo è ciò che facciamo ormai da anni proprio in Italia.
E' un'opportunità concreta per tutte le persone che cercano un servizio di investimento moderno, digitale e di qualità.
Quanto valgono i costi nascosti dei tuoi investimenti? Il 2%? Di più? Di meno?
Inizia a esserne consapevole: puoi farlo gratuitamente tramite i nostri strumenti o i nostri advisor.
Quel 2% di rendimento senza rischio che sembra una chimera potrebbe essere molto vicino: puoi trasformare i costi in maggiore rendimento scegliendo Euclidea per i tuoi investimenti.
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