Sull’utilizzo delle commissioni di performance in un rapporto di gestione patrimoniale, o in un fondo, abbiamo già scritto in passato esprimendo il nostro punto di vista e manifestando le nostre perplessità e i nostri dubbi su una forma di incentivazione che dovrebbe, in linea teorica, allineare gli interessi di chi investe e di chi gestisce. Purtroppo, però, la teoria non sempre si traduce in pratica.
Le commissioni di performance sono un argomento molto tecnico e diventa quindi complesso semplificare le macro-categorie nelle quali includere quelle assolutamente inaccettabili e quelle, invece, che possono avere un minimo di dignità e non sono palesemente a danno dell’investitore, ovvero il cliente.
In quest’ultima categoria, sicuramente, inseriremmo quelle appartenenti a un fondo absolute return o alternative che, quindi, lavorando senza un benchmark, hanno un obiettivo di ritorno assoluto molto impegnativo e potrebbero premiare il gestore per il suo lavoro di ricerca dell’alpha.
È giusto ricordare che le commissioni di performance provengono dal mondo degli hedge fund che, nonostante il credo popolare, è un mondo che si muove in maniera sostanzialmente corretta verso l’investitore che paga solo ed esclusivamente se il fondo genera performance dal suo ingresso. Per esempio, se io acquisto un fondo a 100 e la quota sale a 130, inizio a pagare su 30 la plusvalenza. Se per caso il fondo scende in seguito ad 80 e poi risale di nuovo a 100, io non pago quel rialzo; riprenderò a pagare solo quando il fondo supererà 130 (concetto di high water mark).
Purtroppo per molti fondi non è così, ad ogni variazione positiva il cliente paga a prescindere dalla sua quota di ingresso. In pratica, molto spesso, l’industria ha agito prendendo un concetto, la commissione di performance, e ha inserito dei calcoli solo a favore del gestore, per lo più incomprensibili al cliente e poco trasparenti. Per questo motivo, come spesso nei nostri articoli, vi segnaliamo 3 casi in cui questo tipo di commissione è assimilabile ad una truffa ed è assolutamente scorretta e da contestare.
In definitiva, è bene diffidare delle commissioni poco comprensibili che si trasformano in vere e proprie truffe.
In ottica di rispetto della MiFID2 e guidata dallo scopo di offrire trasparenza massima ai propri clienti, Euclidea offre gestioni patrimoniali prive di commissioni aggiuntive oltre alla sola di gestione. Nei portafogli, se dobbiamo investire in fondi, oltre che in ETF e fondi indicizzati, non investiamo in fondi con commissioni di performance, e negli alternative, analizziamo ogni commissione a tutela degli interessi del nostro cliente.
Spesso si finisce col pagare commissioni di cui, appunto, non si è pienamente consapevoli, soprattutto a causa del dislivello informativo che caratterizza l’industria finanziaria. Per questo motivo abbiamo reso disponibile un servizio gratuito di analisi del portafoglio tramite il quale è possibile avere una chiara e dettagliata visione della qualità e dei costi dei propri investimenti.