Previsioni tassi 2019: FED e BCE tra i protagonisti
Il 2019 sarà un anno fondamentale per l'interazione tra le Banche Centrali e il mercato obbligazionario. Dopo dieci anni, la FED ha incominciato ad alzare i tassi e la BCE terminerà gli acquisti di titoli obbligazionari a fine anno.
Ecco le previsioni sui tassi del 2019.
È difficile immaginare una performance positiva per i Treasuries – I Titoli di Stato del governo federale degli Stati Uniti – anche se la parte a lungo termine della curva dei rendimenti ha mostrato una certa resistenza a salire, cosa che storicamente ha indicato una aspettativa di rallentamento per l'economia.
In Europa c'è ampio spazio per fare salire i tassi dei paesi core (Germania e Francia) mentre venendo a mancare la rete di protezione del QE (Quantitative Easing, l'alleggerimento quantitativo, una delle modalità con cui una banca centrale interviene sull’economia di una Nazione, per aumentare il valore della moneta in circolazione), i Paesi Periferici, ed in particolare, l'Italia saranno più esposti. Soprattutto in mancanza di crescita, che è una variabile ben più importante rispetto deficit.
L'aumento dei tassi ha già portato i suoi effetti sui mercati emergenti e li ha obbligati a prendere le contromisure (in primis Argentina e Turchia) che fanno presagire un momento di maggiore serenità rispetto alle turbolenze del 2018.
Mentre le principali economie sono entrate in accelerazione nel 2018 ci sono i sintomi che ora stia accadendo l'inverso. Se ci sarà il rallentamento economico che si comincia a presagire non è difficile pensare che ne risentiranno sia i titoli corporate che gli high yield. In particolare, le società che si sono indebitate e che con più leva sono maggiormente esposte ad un rallentamento.
Nel complesso la situazione non appare positiva per i titoli governativi e corporate ma ci sono delle zone di mercato che già esibiscono dei rendimenti interessanti rispetto ai rischi. Ad esempio, i financial bond che possono beneficiare dai tassi normalizzati in Europa o gli high yield europei a breve termine che hanno un discreto margine di sicurezza. Chiaro che un'economia più debole potrebbe far peggiorare velocemente le aspettative.
Altro dibattito in corso è la necessità della completa trasparenza che le banche centrali hanno adottato come normale modo di operare. Oggi vengono fornite guidance sempre più accurate mentre all’epoca di Alan Greenspan (economista statunitense) si sosteneva che una certa opacità nelle informazioni passate al mercato potesse avere un proprio valore.
Comunque, le prossime mosse potranno essere di particolare impatto visto l’effetto di feedback-loop sul dollaro che potrebbe amplificare l’effetto della politica monetaria. Restate sempre aggiornati con Euclidea, società autorizzata da Consob al servizio di gestione patrimoniale.