Skip to content

La relazione tra TECH e i tassi d’interesse

Sai qual è stata la performance dell’indice Nasdaq nel 2020, mentre il mondo si fermava? 35,5%.

 

E nel 2021? 40%.

 

Sì, perché sono stati gli anni dello smart working, delle lezioni a distanza, degli acquisti a distanza, dei giochi a distanza, dei rapporti tra persone, a distanza. E quindi del temporaneo blocco di quasi tutti i settori economici, tranne la tecnologia, che ci ha consentito di restare in connessione, a distanza.

 

Nel 2021, poi, ha iniziato a prendere piede e a crescere sempre più prepotentemente un altro fattore: l’inflazione. E con questa la fine di un lunghissimo ciclo di tassi di interesse in discesa. Il livello e le previsioni circa l’andamento dei tassi di interesse ha infatti un importante impatto sulla valutazione dei settori growth, settori a forte crescita degli utili, in primis il settore tecnologico. Tassi in discesa ne fanno crescere la valutazione, tassi in salita la riducono: tanto più lontani nel tempo saranno i guadagni futuri, tanto maggiore sarà l’impatto di un rialzo dei tassi.

 

Il grafico seguente riporta il confronto tra l’andamento dei tassi di interesse americani e quello, invertito, della performance del Nasdaq rispetto allo S&P: con tassi in discesa il Nasdaq performa meglio dello S&P, con tassi in salita si genera una rotazione dei portafogli verso settori più difensivi.

 

DEM_220117_img1

 

Sulla base di queste considerazioni, i portafogli di Euclidea già da qualche mese sono passati ad una posizione di sottopeso sulla tecnologia americana.

 

Ma un buon investimento non dipende solo dal posizionamento settoriale, ma anche dalla scelta dello strumento attraverso il quale esporsi a quel settore.

 

Osserva il grafico seguente:

 

DEM_220117_img2

L’ETF ARK Innovation, che investe in società tecnologiche ritenute in grado di generare una innovazione disruptive, dirompente, ha moltiplicato per 4 il denaro di chi lo ha comprato a fine marzo 2020. Ma chi, come la maggior parte degli investitori retail fanno quando agiscono in maniera autonoma, è entrato dopo marzo 2021, attratto dalle performance stellari, ha visto il proprio investimento dimezzarsi, a fronte dell’indice Nasdaq che ha invece macinato almeno un altro 15% di guadagni.

 

Cosa impariamo da tutto ciò? Che affidarsi ad Euclidea vuol dire affidarsi ad un gestore professionale che, oltre a saper selezionare i prodotti meno volatili e più diversificati, conosca e sappia leggere i segnali di mercato.

 

Il modello quantitativo di Euclidea fa anche questo: mette in relazione i segnali macroeconomici, ne analizza le correlazioni e le implicazioni in modo da ottenere mensilmente le indicazioni di posizionamento a livello geografico, settoriale e di stile di gestione da implementare nelle diverse linee.