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Aspettative di inflazione al rialzo e crescita cinese in diminuzione: come cambiano i portafogli

L’aumento dell’inflazione e il rallentamento dell’economia cinese sono i due temi più rilevanti del momento.

 

Il dibattito sull’inflazione si è scaldato sia da un punto di vista accademico che pratico.
In un articolo ampiamente ripreso dalla stampa, J.Rudd ha criticato la meccanica di creazione dell’inflazione.
Gran parte della letteratura è convinta che la determinante più importante dell’inflazione siano le aspettative sia dei produttori, che aumentano i prezzi, sia dei lavoratori, che richiedono salari più alti in attesa di un costo della vita che tende ad aumentare. In questa visione diventa centrale la capacità delle Banche Centrali di modificare le aspettative.
In realtà è difficile dire quali siano le vere determinanti dell’inflazione.
Secondo Rudd l’inflazione osservata di recente ha, secondo un meccanismo inerziale, un effetto essenziale sull’inflazione che seguirà.

Per chi pensa che le aspettative siano determinanti c’è comunque un elemento di comfort psicologico: la consapevolezza che le Banche Centrali siano state e saranno in grado di gestirle.
Dall’altra parte il timore è che agiscano in ritardo e che la situazione possa sfuggire di mano.

Qualunque sia la verità, è ironico che questo dibattito si sviluppi dopo che in tutta la fase pre-Covid la preoccupazione principale era che l’inflazione fosse troppo bassa e che le Banche Centrali non riuscissero in alcun modo a stimolarla.

 

Per quanto riguarda la Cina si è osservato un considerevole rallentamento della crescita, che per alcuni aspetti può sembrare preoccupante.
Sono tre le principali cause di questa dinamica.
La prima è la difficoltà di approvvigionarsi di carbone sia per motivi contingenti (disastri naturali), sia per scelte strutturali del Governo, che vuole ridurre l’inquinamento e la dipendenza da tale fonte di energia.

 

Gli altri 2 fattori sono stati una ripresa del Covid nei mesi di agosto e settembre e la nota crisi del settore real estate con il caso eclatante di Evergrande.

La banca centrale cinese ha rassicurato nuovamente gli investitori affermando che il caso Evergrande è unico in un settore nel complesso in salute.
I dati di vendita delle case e di produzione di cemento sembrano però andare in un’altra direzione.

La Zero-Covid Policy è ormai una realtà solo cinese in tutto il mondo.
Tutti gli altri paesi, inclusa l’Australia, hanno accettato un grado di convivenza più o meno tollerante con il Covid.
Questo atteggiamento del governo cinese potrebbe essere un fattore di crescita più moderata nei prossimi trimestri per l’economia domestica.

 

Lontani da trarre conclusioni affrettate su fenomeni complessi come l’inflazione e l’andamento dell’economia cinese, continuiamo a monitorare gli sviluppi e a prendere decisioni, con il supporto dei modelli proprietari di Euclidea per l'analisi di mercati e strumenti finanziari, che ci sembrano più ragionevoli per i portafogli.

 

Le modifiche ai portafogli

Abbiamo preso consapevolezza che le azioni delle Banche Centrali (più la Fed che la BCE) potrebbero non essere lontanissime nel tempo, con il conseguente impatto sui tassi, che peraltro si sta già cominciando a manifestare.
Pertanto abbiamo ridotto la posizione sui Treasuries ed eliminato la posizione sugli Emerging Markets Bond, per i quali la view dei modelli quantitativi si è portata in una posizione fortemente negativa nell’ultimo mese.
La posizione sull’azionario non è sostanzialmente modificata, ma la sua importanza complessiva è in crescita a causa delle minori opportunità presenti su obbligazionario e credito.