Dopo una crescita costante dei mercati azionari negli ultimi 3 anni, interrotta solo dalle pesanti vendite legate alla prima ondata pandemica, il 2022 è iniziato con una rapida correzione. É stato il peggior inizio d’anno degli ultimi 10 anni, in termini di performance azionarie.
Ma anche i mercati obbligazionari hanno perso e sono quindi saliti i rendimenti nei principali comparti.
É accaduto fondamentalmente per due motivi: la crescente consapevolezza che le spinte inflazionistiche (positive per alcuni settori, ma negative per i più) si manterranno elevate per più tempo del previsto e l’escalation delle tensioni tra Russia e Ucraina che, oltre a destabilizzare i rapporti di politica internazionale, alimentano il rialzo del prezzo delle fonti energetiche.
Del cambiamento di rotta delle Banche Centrali, da espansivo a restrittivo (cioè da interventi di iniezioni di moneta sul mercato per favorire la crescita economica ad azioni di riduzione della quantità di moneta per rallentare la corsa dei prezzi), si sapeva già l’anno scorso, ma a inizio anno gli operatori di mercato hanno modificato le stime sull’entità e sulla tempistica di tali interventi, innescando delle prese di beneficio sui mercati, sia azionario che obbligazionario.
É naturale che le correzioni di mercato suscitino incertezza e timore per i nostri risparmi. Preoccupazioni che sono alimentate e rafforzate dai mezzi di comunicazione che spesso escono con titoli eclatanti per meglio attrarre l’interesse del lettore o dell’ascoltatore. Più forte ancora diventa la tentazione di vendere, quando “scende tutto”: esattamente quello che è successo nel mese di gennaio.
“Ma perché, se ho stabilito un obiettivo di medio lungo termine del mio investimento, non devo vendere? Se sento solo notizie negative, se ci sono tensioni politiche? Sicuramente il mercato scenderà ancora e io ricomprerò quando tutto sarà più tranquillo e tornerò a guadagnare”
Guarda questo grafico:
Qualsiasi sia l’orizzonte temporale preso in considerazione, il rendimento annualizzato (dato dal rendimento totale del periodo preso in considerazione diviso il numero di anni del periodo) di una strategia buy and hold sull’indice S&P (cioè investire nell’indice S&P e mantenere l’investimento) ha avuto rendimenti di gran lunga superiori a quelli medi effettivamente realizzati degli investitori retail americani.
Questo accade proprio perché i piccoli risparmiatori fanno “market timing”, cioè entrano ed escono dal mercato, seguendo il proprio stato d’animo, e inevitabilmente vendono quando i mercati sono già scesi in quanto hanno timore di perdere ulteriormente e comprano quando invece sono tranquillizzati da notizie e sentiment generale positivo, ma i mercati sono già risaliti.
Nei momenti di volatilità prova invece a seguire queste semplici regole:
Se segui questi principi e se il portafoglio che hai costruito è coerente con il tuo profilo di rischio, riuscirai a gestire meglio l’inevitabile volatilità dei rendimenti.
Infine, se hai dei dubbi o vuoi fare delle scelte più consapevoli, fatti supportare, chiama Euclidea. I nostri advisor sono a tua disposizione per verificare che la tua strategia di investimento sia, nel tempo, quella più adatta alle tue necessità.