I bond governativi hanno ripreso il centro della scena.
Il rendimento dei Treasuries trentennali americani ha raggiunto il livello di 2.30% e il movimento si è ripercosso velocemente sugli altri mercati obbligazionari.
Negli USA un certo ottimismo sui vaccini e dati positivi sia economici che societari, hanno innescato l’opinione che lentamente la Fed inizierà a modificare i tassi.
I derivati attualmente indicano che l’aumento dovrebbe avvenire entro un paio di anni: può sembrare un orizzonte lungo, ma non lo è nel linguaggio dei bond.
Oltre alle aspettative di inflazione anche i tassi reali si sono iniziati a muovere, sia pur di poco.
Questo piccolo movimento dei tassi reali ne ha causato uno più grande sui titoli azionari, danneggiando il settore tecnologico e favorendo quello energetico e bancario.
Sia la Fed che l’ECB si sono guardate bene dall’affermare che ci saranno delle modifiche alla politica monetaria e la FED, mentre l’ECB si è dichiarata sensibile al livello dei tassi, ha dichiarato di non essere particolarmente preoccupata. E probabilmente proprio questo è il motivo che ha innervosito i mercati azionari.
E’ abbastanza ragionevole pensare che i rischi per il mercato siano tendenzialmente in crescita. Non mancano comunque segnali di entusiasmo come, ad esempio, l’acquisizione di Lucid Motors (produttore di auto elettriche che non ha ancora iniziato le vendite) a una valutazione di ben 24 miliardi di dollari, una cifra che rappresenta il doppio del valore della Renault.
Il mercato obbligazionario, naturalmente, non manda mai segnali univoci e concludere che il bull market azionario abbia i giorni contati potrebbe rivelarsi una conclusione affrettata.
Nei periodi di incremento dell’incertezza è nodale attenersi ad una check-list che eviti che l’istinto prevalga sul metodo, sia per i gestori professionali che per gli investitori privati.
Non che a volte l’istinto non dia buoni suggerimenti, ma l’aplicazione di un metodo nel tempo ci mette al riparo da rischi inutili.
La variazione delle aspettative sui tassi di interesse non ha comunque impattato in modo sensibile, e generalizzato, sui prezzi di azioni e obbligazioni: nei portafogli continuiamo quindi a tenere una posizione tendenzialmente prudente.
Più nel dettaglio è, stato sostituito il fondo azionario europeo (MFS con Aberdeen) e sono state inserite posizioni in commodities, in maniera crescente a seconda del grado di rischio del portafoglio (tramite un ETF L&G).