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Inflazione: Cos’è, Cause e Come Affrontarla

Scritto da Team Investimenti | 28-set-2022 8.00.00

Contrariamente a quanto si possa credere, l’inflazione non è un fenomeno moderno, ma anzi, esiste da tempo.


L'inflazione è l’aumento generale e continuo del livello dei prezzi di beni e servizi su un determinato orizzonte temporale, solitamente un anno. Ciò significa che per essere considerata tale, l’aumento deve verificarsi nella maggior parte dei settori dell’economia.
Vedremo cos'è esattamente, quali sono le sue cause e le alternative per proteggersi contro i suoi effetti, una delle quali è investire non ciecamente, ma facendo le domande giuste per scegliere bene

 

Cos’è l’inflazione e quali sono i suoi effetti?

L’inflazione indica una diminuzione nel potere d’acquisto della moneta di un paese ( e delle persone che ci vivono!) ed è espressa sotto forma di percentuale. Molti pensano che l’inflazione sia solo negativa, ma alcuni economisti sostengono che un’inflazione controllata possa essere anche positiva, soprattutto nei periodi di stagnazione economica.

 

Un semplice esempio può rendere più chiaro il fenomeno.
Supponiamo di aver dimenticato nel 2000 10€ nella tasca di un vecchio cappotto. Il costo del pane era di 2€ al chilo, perciò avrei potuto comprare circa 5 chili di pane. Oggi, il costo del pane è di circa 3.5€ al chilo. Se trovassimo i 10€ potremmo comprare circa 3 chili di pane. Perciò, anche se i 10€ sono rimasti uguali in valore, hanno perso potere di acquisto. Ciò dimostra come il denaro perde di valore nel tempo quando i prezzi aumentano.

 

 


Come si misura l'inflazione?

Per misurarla viene considerato un insieme di beni e servizi rappresentativi per l’economia. Il prezzo di questo insieme, o "paniere", viene poi paragonato nel tempo.
I principali indici utilizzati sono:

  • Indice dei prezzi al consumo (IPC): misura di variazione dei prezzi dei beni di consumo e servizi come benzina, cibo, abbigliamento e automobili e indica quindi la variazione di prezzo dal punto di vista del consumatore.
  • Indice dei prezzi alla produzione (IPP): misura la variazione media dei prezzi che le società pagano per le materie prime utilizzate per produrre i beni e indica quindi la variazione di prezzo dal punto di vista del produttore.

 

Nel lungo periodo le due misure mostrano un tasso di inflazione simile, mentre nel breve periodo spesso l’IPP aumenta prima del IPC.

La crescita dei prezzi può essere dovuta a fattori differenti, in particolare:

  • Domanda: quando la domanda di beni e servizi aumenta più rapidamente della capacità produttiva di un’economia. L’aumento della domanda potrebbe essere dovuto, per esempio, al rapido aumento, da parte della banca centrale, dell’offerta di moneta. L’aumento di denaro nell’economia aumenta la domanda di beni e servizi da D0 a D1. Nel breve periodo, le imprese non possono aumentare significativamente la produzione e l’offerta rimane quindi costante. L’equilibrio dell’economia si sposta quindi dal punto A al punto B, dove i prezzi aumentano.

  • Costi: quando i prezzi delle materie prime (es. costo del petrolio) e/o dei salari aumentano. L’aumento dei prezzi dell’energia causa l’aumento del costo di produzione e trasporto merci. I maggiori costi di produzione determinano una diminuzione dell’offerta aggregata da S0 a S1 e un aumento del livello generale dei prezzi, poiché il punto di equilibrio si sposta da Z a Y.

 
In un’economia dinamica però può essere difficile isolare una singola causa, infatti è più probabile che l’inflazione sia dovuta a entrambi i motivi. Questo fenomeno ha effetti su tutta l’economia: costo della vita, costo dell’attività, prestito di denaro, mutui, rendimenti delle obbligazioni societarie e governative ecc. In particolare:

  • Riduce il valore del risparmio.
  • Crea incertezza per le imprese, che riducono gli investimenti.
  • Riduce la competitività delle esportazioni.

 

 

Come si tiene sotto controllo l'inflazione?

Ci sono molti modi per tenerla sotto controllo: alcuni funzionano bene mentre altri possono avere effetti dannosi.

 

Il più comune è l’uso di una politica monetaria restrittiva da parte delle autorità monetarie. Infatti riducendo l’offerta di moneta all’interno di un’economia o aumentando i tassi di interesse, la spesa con tutta probabilità si riduce. In realtà le banche centrali delle economie sviluppate negli ultimi anni si sono trovate di fronte a una situazione in cui l’inflazione era bassa e hanno quindi cercato di tenerla vicino al 2%, in modo tale da sostenere la crescita, evitando così la stagnazione economica.

Ma che possibilità abbiamo per tenere personalmente sotto controllo l'inflazione, in modo da non perdere potere di acquisto?


Abbiamo visto che non ci aiuta dimenticare i soldi in un cappotto, né "nasconderli sotto il materasso" o lasciarli sul conto corrente.  L'alternativa intelligente è investire e fare in modo che i risparmi possano crescere e aumentare il loro potere di acquisto,  o almeno non perderlo.

 

Alle fasi di crescita elevata crescita dell'inflazione corrispondono generalmente mercati in discesa. Adottare una strategia di investimento ricorrente, a scadenze regolari e per importi parziali di ugual valore, riduce l’impatto della volatilità dei prezzi sul proprio investimento e abbassa il costo medio dello stesso (principio del Dollar Cost Averaging). Questa è la chiave per costruire un portafoglio pronto a guadagnare di più quando i mercati recuperano e quindi capace di battere l’inflazione, di mantenere cioè nel tempo il potere d’acquisto dei tuoi risparmi. 

 

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