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Dopo la crisi dei mercati è meglio investire in fondi attivi o ETF?

E' una domanda che ci fanno in molti: durante la crisi dei mercati per il Covid19 è emerso che sono meglio i fondi di investimento attivi o gli ETF?
Noi non pensiamo che la recente crisi abbia modificato le modalità d'uso di fondi ed ETF: sono due strumenti complementari che se usati insieme creano più valore al portafoglio.

La crisi di marzo dei listini è stata di natura economica improvvisa per un fattore esogeno, la pandemia, ma pur sempre crisi di mercato e non finanziaria: non vi sono state criticità di liquidità o altro negli strumenti finanziari utilizzati.
Quello che abbiamo visto è che nella fase di discesa violenta dei mercati con i picchi di volatilità sono aumentate le correlazioni tra i titoli: questo tende a penalizzare il gestore attivo a vantaggio degli ETF.
Invece nel periodo del rally dai minimi abbiamo avuto una forte dispersione di performance tra i settori, che ha avvantaggiato sia le scelte tematiche che i gestori attivi.
In un un intervallo di tempi molto breve, circa 3 mesi, vi sono state per cui due situazioni estreme a favore di uno strumento prima e dell'altro dopo.
Considerando che anche statisticamente non ha senso valutare su tre mesi alcun investimento,  ribadiamo che è il mix dei due strumenti generato in modo professionale da un modello di fund ranking come quello di Euclidea (che analizza tutti i fattori di fondi comuni di investimento attivi ed ETF a parità di asset class) a creare valore nel lungo periodo ad un portafoglio.

In Euclidea scegliamo sempre lo strumento, sia questo un fondo o un ETF, più efficiente e meno costoso per costruire i portafogli di investimento dei clienti con la migliore qualità, diversificazione e liquidità.
Proprio per questa ragione in Euclidea consideriamo che il portafoglio più efficiente debba essere sempre composto da entrambi gli strumenti, sia fondi (gestione attiva), sia ETF (gestione passiva). E ne abbiamo evidenza dai nostri algoritmi di analisi.
Abbiamo creato un nostro ranking proprietario che confronta per ciascuna asset class e area geografica (165 peer group) sia fondi che ETF.
Il Fund Ranking Euclidea considera nella valutazione sia la componente costo, sia altri fattori quantitativi di valutazione come la performance, il rischio e altri dati come gli asset in gestione, gli inflow e gli outflow dallo strumento finanziario.
Il nostro modello proprietario di ranking ci dimostra anche che in determinati mercati il fondo sia strutturalmente più vantaggioso rispetto ad un ETF.
In linea di principio preferiamo utilizzare fondi passivi ed ETF quando investiamo in mercati molto efficienti (mercato azionario US o bond governativi) o in condizioni caratterizzate da alta volatilità, in cui tipicamente i gestori attivi fanno fatica a far emergere il proprio valore aggiunto.
I fondi attivi, se di buona qualità, sono da preferire nel caso di mercati meno efficienti e di condizioni di mercato meno volatili, dove vi sono maggiori opportunità di creare valore con la selezione dei titoli.
Ad esempio è il caso di mercati più specialistici come quello delle obbligazioni Investment Grade e High Yield, dove troviamo società con qualità del debito molto diverso; o, ancora, di quelli caratterizzati da alto grado di disomogeneità, come i mercati emergenti.

Una volta fatta la nostra asset allocation, con un altro modello quantitativo proprietario applichiamo quanto sopra, a prescindere che sia una scelta di asset allocation strategica o tattica.
Utilizzare con sistematicità un metodo per investire, controllare costantemente la validità e la qualità dei fondi selezionati, avere la mente aperta su ciò che può rappresentare un buon investimento: abbiamo verificato che questo è l'approccio valido, per noi, per i nostri clienti e per tutti i risparmiatori.

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