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Cosa ci ha insegnato il 2020 sul risparmio e sui mercati finanziari?

Il 2020, anche se non è ancora terminato, ci ha portato molti insegnamenti che è giusto ricordare ora, quando sembra che i momenti più drammatici dei mercati legati alla pandemia siano passati.
Si sono create a marzo delle opportunità di investimento sugli indici azionari molto interessanti, così come recentemente vi è stata una violenta rotazione settoriale, guidata dalla possibilità del vaccino anti Covid, che ha fatto risalire tutti i settori legati al ciclo economico a scapito delle big tech.
Infatti abbiamo visto come i titoli tecnologici statunitensi stiano alimentando la ripresa di quest’anno, ma la prospettiva di un vaccino ha spinto i flussi verso altri settori, come quelli ciclici, che hanno ancora strada da fare per recuperare le valutazioni pre-Covid.

Probabilmente a fine 2020 avremo molti investitori che hanno disinvestito tutto a marzo sui minimi perche’ spaventati cosi’ come altri che sono entrati solo a giugno dopo un recupero inaspettato.

Ancora oggi il Covid 19 costituisce un forte elemento di incertezza per quanto riguarda il 2021. Questa incertezza è destinata a perdurare nei prossimi mesi, in un percorso che resterà per forza di cose accidentato.

 

Come in articoli precedenti, ricordiamo che questi movimenti, tra l’altro ormai sempre più veloci e violenti, sono possibili da cogliere e da sfruttare nell'ottica del professionista che segue i mercati ogni giorno, ma non dell’investitore privato che nella vita fa altro e non è tutti i giorni sul mercato.

 

Questo è un elemento importante su cui riflettere poiché il punto di vista del risparmiatore è diverso e non deve sostituirsi a quello del professionista che segue i mercati come lavoro.

Il momento giusto per investire o disinvestireinfatti, interessa il professionista e meno il risparmiatore in prima persona. 

Il 2020 ci ha ricordato per l'ennesima volta questo aspetto fondamentale per investire il proprio risparmio: cercare di fare market timing, disinvestire per paura o aspettare il momento buono per entrare nel mercato azionario non è una strategia da perseguire perché se non sei un professionista, nove volte su dieci sbagli.

 

Invece per il risparmiatore è importante focalizzarsi su un altro aspetto decisamente molto rilevante per lui e per i suoi risparmi: l’obiettivo principale del suo investimento.

Identificare il proprio obiettivo significa infatti avere in mente, di conseguenza, l'orizzonte temporale del proprio investimento e il profilo di rischio personale.

Quello che il 2020 ci ha ricordato e insegnato è che l'investitore non deve mai modificare il proprio profilo di rischio a causa eventi che riguardano i mercati, perché questo è quello che fa il portfolio manager di Euclidea, ottimizzando i risultati della gestione.

 

Diverso è quello che deve fare l’investitore.

Quando un investitore si profila per accedere ai nostri servizi indica i suoi obiettivi, il suo profilo di rischio e il suo orizzonte temporale.
Ne emerge il portafoglio consigliato, che diventa un abito su misura e che permette di raggiungere gli obiettivi indicati e non vi è nessun motivo per modificare la profilazione, a meno che non vi sia stato un evento nella vita professionale e personale  che ha cambiato la situazione finanziaria o reddituale dell’investitore. 

Se, per esempio, una componente di reddito che poteva arrivare da un affitto di un negozio viene a mancare a causa della crisi, il portafoglio va modificato aumentandone la parte obbligazionaria. Oppure se una promozione sul lavoro ha aumentato il reddito, si può aumentare la componente di crescita legata al mercato azionario in quanto non vengono toccati gli interessi o le plusvalenze che derivano dagli investimenti. Solo in questi casi o similari ha senso modificare il profilo di rischio del portafoglio.