Come abbiamo detto più volte nel nostro blog , pochi atteggiamenti sono più fuorvianti delle previsioni di inizio anno.
E’ un esercizio in cui si cimentano in molti: strategist delle banche di investimento, portfolio managers, giornalisti di carta stampata, “postatori” di linkedin e youtubers.
Quanto sia difficile fare previsioni è, ad esempio, testimoniato da quest’ultimo periodo e dalla performance del mercato azionario, nonostante due eventi decisamente negativi come la forte ripresa della pandemia e il tentativo da parte del Presidente Trump di sovvertire il risultato delle elezioni con una approssimativa invasione del Congresso.
Il mercato azionario ha tranquillamente proseguito la propria marcia mentre l’oro, in maniera altrettanto imprevedibile, ha cominciato a scendere.
Come sempre, non è possibile sapere quindi quali saranno gli asset che andranno meglio nel corso dell’anno, ma sappiamo con un certo grado di sicurezza quali sono i temi che verranno proposti agli investitori dai media e dal marketing dell’industria finanziaria.
Probabilmente saranno:
E’ normale che delle performance eccezionali possano durare per un periodo prolungato, ma non altrettanto che possano durare per sempre.
Non è pensabile che Tesla diventi l’azione più importante dell’S&P (ma potremmo anche essere smentiti), mentre è possibile pensare che le tematiche ESG diventino centrali nell’investimento di un sempre più largo numero di persone e che la Cina diventi la maggiore economia mondiale.
Ogni trend ha una sua storia e una sua motivazione che può andare dalla speculazione più spinta ad un sano tema strutturale.
Bisogna quindi sforzarsi sempre di fare un esercizio analitico e non inseguire opportunità solo “perché sono salite”.
Ci sono dei dati che fanno riflettere: sul mercato USA ci sono state più IPO nel 2020 che nel 2000 (480 rispetto a 406) e oltre 150 azioni (non small-cap) hanno più che triplicato il proprio valore, cosa che non era successa neanche nel decennio precedente.
Queste ed altre considerazioni ci spingono ad avere ancora ad un atteggiamento prudente senza rinunciare alle opportunità che si possono presentare.
In questo caso specifico prudenza vuol dire evitare delle esposizioni eccessive al settore Tech USA, mantenere e magari incrementare le posizioni sui mercati emergenti e, potenzialmente nei prossimi mesi, su alcuni settori che non sono stati coinvolti in una spirale rialzista.
Nei portafogli abbiamo apportato degli aggiustamenti aggiungendo un gestore specialista sul settore energy (Guiness) e riducendo il costo del sottostante del portafoglio Green ESG sotto quella che per noi è la soglia massima desiderabile dello 0.50%.