Le incertezze della politica italiana sono filtrate sui mercati e lo spread del BTP ha incominciato a salire. La situazione è tutt'altro che risolta e molte delle proposte del contratto di governo paiono assai difficili da realizzare.
Le elezioni hanno mostrato ancora una volta come ci sia, tra i cittadini italiani, la volontà di scardinare una classe politica che non riesce ad autolimitarsi.
Si ricerca da tempo un outsider, come era stato nel caso di Renzi, che abbia la forza di ridurre l'immobilismo e l'autoprotezione della classe politica ed ora assistiamo ad un ennesimo tentativo. Non che le misure proposte nel contratto, nel senso di una estensione del welfare e di imposte più ridotte, non siano di per sé misure positive per l'economia. Sarebbero sicuramente positive per i consumi delle famiglie italiane, ma il problema è che lo Stato italiano, quelle misure, non se le può permettere; soprattutto senza operare una spending review che è fallita già varie volte. Ripetutamente si è cercato di tagliare le cosiddette spese improduttive. Un termine vago che nasconde una distribuzione iniqua delle risorse.
Diverso il caso dell’abolizione della riforma pensionistica (Fornero) che comunque, con tutte le sue iniquità, andava nel senso di rendere il sistema più sostenibile.
Non bisogna comunque sottostimare la forza delle istituzioni che vigilano sulla situazione italiana; la stessa epurazione di Berlusconi nel 2011 dovrebbe dare il segnale di quanto siano potenti queste forze.
La BCE detiene il 15% del debito pubblico italiano e non ha certo intenzione di vanificare gli sforzi fatti fino ad ora che, sotto dichiarazioni di varia natura, servivano in gran parte a supportare i paesi periferici. La Commissione Europea ha già fatto notare come nulla sia cambiato nelle regole. Inoltre, il Presidente della Repubblica, richiamando Einaudi, ha sottolineato come non voglia fare da puro notaio ed avrà un ruolo propositivo negli sviluppi futuri.
È una situazione fluida che è ben vigilata dalle istituzioni e nessuno vuole ripercorre il disastro socio-economico della Brexit.
Da un punto di vista dei portafogli va ribadito come l'unico modo di contrastare situazioni, che ciclicamente affliggono stati e settori dell'economia, sia avere una potente diversificazione. Ben sapendo che ci possono essere situazioni di crisi che diventano sistemiche e dalle quale è ben difficile ripararsi.