A seguito della nota di aggiornamento al Def promulgata dall’esecutivo italiano nelle ultime settimane su tutti i notiziari nazionali non si parla d’altro che di spread, deficit e del crescente rischio paese legato all’Italia. In questo clima di incertezza nei mercati finanziari uno degli aspetti che ha riscontrato maggiore preoccupazione è rappresentato dall’impatto che lo spread BTP-Bund potrebbe avere sui mutui (fissi, variabili, prima casa..).
Se lo spread sale cosa succede ai mutui? Cosa c'entra lo spread con i mutui? Spread e mutui, cosa cambia ora per famiglie e aziende? Ma che legame esiste tra spread e mutui? Sono queste le domande che si fanno milioni di italiani e quindi l’argomento merita una veloce delucidazione, anche alla luce della specificità del tema spesso oscuro alla generalità del pubblico.
Per capire come lo spread potrebbe influenzare le condizioni dei mutui bisogna fare un’importante distinzione non solo fra quelli a tasso fisso e variabile, ma soprattutto fra i mutui già emessi e i mutui di nuova emissione.
Per quanto riguarda i mutui già emessi si può con certezza assumere che non ci sarà un impatto sostanziale, o almeno nulla legato alla situazione italiana. I mutui a tasso fisso già emessi sono per definizione stabili, cioè erogati con la garanzia di proteggere da eventuali variazioni nei tassi di interesse. I mutui a tasso variabile invece hanno di norma una dinamica legata all’Euribor, che è il tasso medio interbancario europeo (attualmente negativo) totalmente disgiunto dallo spread e dalle sue dinamiche. Come evidenzia un ottimo articolo del Sole24Ore l’evidenza empirica sottolinea come non vi sia correlazione tra i movimenti dello spread e il tasso Euribor. Dunque i mutui a tasso variabile potrebbero diventare più onerosi a seguito di un innalzamento dei tassi da parte della Bce, ma ciò non ha nulla a che vedere con la situazione economica e politica italiana.
Un discorso diverso potrebbe essere esteso ai mutui di nuova emissione, che invece potrebbero soffrire dell’aumento dello spread. Quando una banca eroga un prestito, sia esso a tasso fisso o variabile, applica un margine di interesse che di fatto rappresenta il profitto della banca sul mutuo erogato (ad esempio, nel caso di mutuo a tasso variabile Euribor + margine). Per quanto l’Euribor sia insensibile allo spread, il margine che la banca decide di applicare al singolo mutuo potrebbe essere influenzato da quest’ultimo. In questo senso è utile ricordare che i bilanci delle banche italiane sono largamente esposti all’impatto negativo dello spread sui prezzi dei Btp, oltre che all’aumento generale del costo di raccolta delle banche dovuto all’aumento del rischio paese. Questi scenari finanziari potrebbero portare le banche a scegliere una politica commerciale volta alla diminuzione generale dei mutui erogati a seguito dell’erosione di capitale e/o ad un aumento del margine applicato per sostenere una redditività decrescente, scaricando i costi sui clienti.
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