La sostenibilità è sempre più un tema attuale in diversi contesti e in costante accelerazione, come abbiamo visto ad inizio anno: mutamenti climatici, discriminazioni di genere, razziali, conflitti di interesse, ecc..
Sono temi che ci sembrano molto più grandi di noi, sui quali pensiamo di non potere influire in modo determinante, ma non è affatto così: il nostro comportamento e le nostre scelte individuali cambiano le cose.
Sempre più investitori inoltre si trovano a disagio a guadagnare da investimenti in certe aziende, come ad esempio quelle petrolifere, o produttrici di armi.
Se è vero che le risorse finanziarie e la loro modalità di utilizzo hanno prodotto i cambiamenti più significativi della nostra storia, oggi siamo noi stessi tramite le nostre scelte a decidere la direzione di questo cambiamento: gli investimenti ESG danno a tutti questa possibilità.
Gli investimenti ESG includono la considerazione degli impatti ambientali, sociali e di governance aziendale tra i criteri per decidere in quali aziende investire o non investire.
Un investitore responsabile sceglie di investire con criteri ESG per evitare di fare profitti e supportare le aziende che non sono dei “bravi cittadini”, cioè non attente a temi ESG, o per influenzare le aziende in modo da favorire il loro cambiamento verso un atteggiamento più “ESG-friendly”.
Un’azienda petrolifera, una mineraria o una banca avranno rischi ESG differenti e differenti opportunità di contribuire ad aspetti legati ad ambiente, capitale umano o sicurezza dei dati, ad esempio; perciò saranno valutate per problematiche specifiche legate ai loro rispettivi settori.
L’obiettivo rimane comunque generare/indurre benefici positivi per l’intera società.
Un momento importante per questi investimenti è stato il 2015, quando Le Nazioni Unite hanno identificato 17 Sustainable Development Goals (SDG).
I 17 SGD definiscono chiaramente le aree su cui focalizzare le scelte ESG e di “impact investing”. Ma non solo.
Il focus non si limita alle attività delle aziende che sono collegati a clima, ambiente, sociale o governance, ma soprattutto a come contribuiscano concretamente agli obiettivi definiti dalle Nazioni Unite: sono 169 in tutto, obiettivi che Paesi, governi e aziende devono raggiungere entro il 2030.
Un forte input a iniziative di sostenibilità che arriva in questo caso dalle istituzioni, quindi.
Per questo è evidente che il trend degli investimenti ESG non sia solo l’ennesima moda di prodotto nata dall’industria finanziaria, ma un tema di lungo termine destinato a crescere, anche grazie ad una maggiore sensibilità ed attenzione delle persone.
I flussi di raccolta di fondi ESG lo dimostrano, anche in un momento delicato come è stato ed è il 2020.
Secondo dati Morningstar, fondi ed ETF classificati come “sostenibili” hanno avuto $46 miliardi di sottoscrizioni nel primo quadrimestre del 2020, in contrapposizione ai diversi miliardi di riscatti degli altri prodotti finanziari.
Solo gli ETF ESG rappresentano 52 miliardi di dollari dei 6 trilioni di asset investiti negli ETF (dati ETFGI), mentre la 2020 Global ETF Investor di Brown Brothers Harriman stima che circa il 75% degli investitori globali prevede di incrementare nei prossimi anni la propria quota di investimenti in prodotti ESG: entro cinque anni un investitore su cinque investirà tra il 20 e il 50% del proprio patrimonio in ETF e fondi ESG.
Fonte: Bank of America
Sembra essere finito, e giustamente, il tempo in cui un investitore cerca di fare crescere i propri soldi e basta: oggi non è importante non solo il quanto, ma sempre più anche il come.
Ma quantitativamente i dati sono molto interessanti.
Secondo numerose analisi, investire responsabilmente con criteri ESG significa anche ottenere rendimenti superiori a quelli di investimenti e aziende che curano meno, o non curano affatto, aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e aziendale.
Per fare un esempio freddo e razionale, l’attenzione alle problematiche ESG da parte delle aziende implica minori rischi di cause legali e onerosi risarcimenti, e una maggiore domanda di azioni ed obbligazioni (e quindi prezzi al rialzo) di chi vuole supportare solo aziende responsabili.
Fino ad oggi, quindi, agli investimenti ESG non è mancato nulla: una scelta "win-win" per il risparmiatore che cerca rendimento e vuole supportare attività sostenibili. Possiamo solo sperare che ciò continui, naturalmente tra i fisiologici alti e bassi comuni a tutti gli investimenti.
Sempre più investitori si trovano a disagio di guadagnare da investimenti di certe aziende, come ad esempio quelle petrolifere, o produttori di armi.
Se è vero che le risorse finanziarie e come sono state indirizzate hanno prodotto i cambiamenti più significativi della nostra storia, oggi siamo noi stessi tramite le nostre scelte a decidere la direzione di questo cambiamento: gli investimenti ESG danno a tutti questa possibilità.