Come sono andati i mercati e quali sono le indicazioni da tenere presente? Il 2018 si è chiuso con un trimestre nero ma gennaio e febbraio 2019 hanno portato una ripresa per i principali indici azionari i quali hanno recuperato quasi i 2/3 delle perdite del trimestre precedente. Cosa succederà sui mercati da qui in avanti? Dove cercare riparo in caso di un ritorno di volatilità?
Il 2018 è stato protagonista di una forte correzione dei mercati alcuni eventi salienti che hanno portato a questo sono sicuramente le vicissitudini tra gli Stati Uniti di Trump e la Cina di Xi Jinping, le decisioni delle banche centrali dalla FED alla BCE e l’imminente Brexit.
La nostra politica di investimento si basa sulla selezione dei migliori fondi ed ETF presenti sui mercati e la costruzione di un asset allocation ottimale in ogni fase di mercato. Per la costruzione dei portafogli guardiamo quindi l’allocazione delle varie asset class, il timing ed i costi, queste tre dinamiche sono per noi quelle a maggior impatto sulla performance finale di portafoglio.
Da studi statistici abbiamo riscontrato che nessun gestore attivo batte l’S&P 500 e quasi mai l’Eurostoxx 50, per questo motivo sulla parte azionaria dei nostri portafogli utilizziamo fondi passivi ed ETF che non solo ci permettono di avere performance migliori ma anche di mantenere i costi più bassi, diversamente sulle strategie obbligazionarie in cui la selezione delle obbligazioni da inserire nel fondo è determinante, il gestore attivo è fondamentale per la realizzazione di performance migliori.
Normalmente i mercati vengono guidati dai flussi, ed in Europa lo scorso anno abbiamo subito un deflusso da parte dei gestori americani con delle punte molto evidenti, ad esempio con l’introduzione dei dazi sulle importazioni sulle auto tedesche il DAX ha perso più degli altri mercati Europei. Queste dinamiche sono però difficili da identificare al momento giusto. Noi in Europa abbiamo visto prima questi deflussi degli americani mi auguro che una volta risolto il problema Brexit e che l’economia europea dimostri di poter sopravvivere, magari qualche flusso degli americani tornerà anche in Europa.
Detto questo nei nostri portafogli attualmente abbiamo un sottopeso storico sul mercato USA, che per il momento stiamo mantenendo, bilanciato da un’esposizione più importante sui mercati emergenti e sul settore High Yield. Per quanto riguarda il mercato italiano siamo completamente privi sia di titoli di stato che di azionario oramai da febbraio 2018.
Sulle valutazioni dei mercati europei noi siamo positivi, infatti come ho detto in precedenza, siamo sottopesati sugli Stati Uniti e sovrappesati in Europa. Ad esempio, nel settore bancario europeo ci sono dei titoli che valgono 7/8 volte gli utili, con dividend yield del 10% (questi dati sono basati sulle analisi di bilancio fornite dai regolatori) dunque possiamo dire che, a parte qualche caso eclatante in Italia, i bilanci delle banche sono sani. Il dividend yield medio di una nostra linea azionaria oggi si attesta al 3.70%, quando uno investitore valuta il total return di un investimento deve tener conto sia al potenziale apprezzamento del titolo ma anche dei dividendi.
Noi nasciamo 100% MiFID II compliant, Euclidea esiste perché arriva la regolamentazione che porta una maggiore trasparenza, noi ci crediamo veramente in un cambiamento nel settore del risparmio gestito. La MiFID II non fa altro che dare una possibilità in più al risparmiatore per capire effettivamente se il proprio gestore è stato pagato in modo adeguato in relazione ai risultati conseguiti. Anche in questo caso facciamo degli esempi, quando una persona va al supermercato sa quanto costa il prodotto che sta acquistando, è addirittura esplicitato anche quanto quel prodotto costa al kilo, lo stesso vale per la bolletta telefonica che permette al consumatore di visionare in base ai suoi consumi e quindi ai suoi bisogni quanto paga e valutare la bontà del servizio. Nel risparmio gestito questo non avviene, con MiFID II viene introdotta una situazione nuova, alcuni risparmiatori si faranno più domande e saranno in grado di andare più a fondo. Io credo che ci sarà molta attenzione verso questo nuovo elemento perché se mi accorgo che il mio patrimonio è stato tartassato negli ultimi anni senza una giustificazione di performance posso decidere di modificare la mia strategia di investimento.
La nostra asset allocation attualmente prevedere un sottopeso sull’azionario US con cambio aperto ma manteniamo invece un sovrappeso sulle obbligazioni corporate americane, proprio perché siamo alla ricerca di uno yield negli Stati Uniti. In questo momento non abbiamo una visione positiva sulle obbligazioni governative italiane, continuiamo a non averne in portafoglio. Abbiamo inoltre una posizione sui mercati emergenti azionari, in particolare sulla Cina. Detto questo i mercati hanno fatto un bel rally ed abbiamo approfittato di questo appieno negli ultimi mesi, oggi un azionario fa l’11% e viene voglia di suggerire al cliente di ridurre il rischio di esposizione. Molti nostri clienti però arrivano dal web e si fanno autonomamente l’asset allocation, noi scriviamo ed inviamo loro le nostre views ma loro autonomamente decidono cosa farne sui loro portafogli, mentre per i clienti wealth management che hanno un banker che li segue, stiamo portando a casa un po' di questo rally.
Guarda l'intervista completa: