La tematica dell’inflazione continua a dominare l’attenzione dei mercati. Nonostante vi siano evidenti segnali di rallentamento economico non si è ancora verificata una ripercussione sui dati di inflazione.
Si osserva infatti che la crescita dell’area euro si è notevolmente ridimensionata nel terzo trimestre ed anche il prossimo trimestre dovrebbe mostrare una crescita molto contenuta.
Ciò che preoccupa non è solo il livello di inflazione particolarmente elevato, ma il fatto che ormai da un anno le aspettative di inflazione sono costantemente superate dal dato effettivo rilevato mensilmente. peggiori. La differenza cumulata delle sorprese mensili degli ultimi 12 mesi è ormai arrivata al 4% nell’area.
Le banche centrali sono impegnate in un ripido sentiero di rialzi dei tassi, ancora lontano dal trovare una pausa. È pur vero che le parole che hanno accompagnato gli ultimi annunci sono lievemente cambiate ed hanno assunto un tono in alcuni casi apparentemente più morbido.
Si fa spesso un paragone tra la velocità della crescita attuale dei tassi e quella che mise in atto Paul Volcker, presidente della Fed negli anni 80, quando si impegnò a “spaccare la schiena all’inflazione”. In realtà quella salita era stata ancora più robusta e rapida rispetto a quella in corso.
Fino a che il timore dell’inflazione non si sarà dileguato, il clima rimarrà ancora sfidante per le obbligazioni. E la tendenza sembra andare in questa direzione.
Sull’azionario si stanno invece creando delle iniziali opportunità di acquisto e che la forza ribassista stia perdendo di intensità. Le valutazioni sono infatti migliorate e molti indici sono in overshooting verso il basso (eccesso di flussi in vendita rispetto alla media).
Sulla base di queste considerazioni, le posizioni sull’obbligazionario e sul credito rimangono prudenti. Abbiamo invece ancora incrementato in maniera marginale l’azionario, ma rimosso la posizione sul settore energy che ha raggiunto una valutazione piena.
La strategia settoriale si è quindi “svuotata” in quanto al momento non riteniamo che il mercato presenti singoli settori particolarmente attraenti. A livello di opportunità rimane quindi la posizione sulle small caps globali, a cui abbiamo affiancato un ETF sull’equity cinese, che investe principalmente a Hong Kong. Questo listino è caratterizzato da una forte connotazione tecnologica e, avendo perso oltre il 30% da inizio anno, il nostro algoritmo ci indica che questi livelli rappresentano un interessante punto di ingresso.