In un'era di trasformazioni economiche globali, comprendere le dinamiche attuali è cruciale. Vi presentiamo come ottimizzare il tuo Portfolio con le Ultime Tendenze del Mercato Globale.
Gentile investitore di Euclidea,
I mercati sono influenzati dalla situazione macroeconomica e a loro volta la influenzano. Stati Uniti, Europa e Paesi Emergenti mostrano condizioni economiche segnate sia da luci che da ombre, ma nel complesso la situazione si può ritenere positiva.
Il 2024, fino ad ora, si è mostrato un anno molto soddisfacente per i rendimenti dei nostri portafogli (riportati nel grafico), soprattutto se si tiene conto che il mercato obbligazionario (di alta qualità e basso rischio di credito) è ancora in terreno lievemente negativo.
Secondo il Leading Economic Index (LEI) del Conference Board, che combina 10 serie statistiche che solitamente anticipano le recessioni, ci segnali sono contrastanti. Questo indice, che ha una forte correlazione con le stime degli economisti riguardo alla probabilità di una recessione entro 12 mesi, ha mostrato un leggero miglioramento. Tuttavia, la divergenza tra l'indice e le stime degli economisti sta crescendo.
A gennaio 2024, gli economisti stimavano una probabilità di recessione del 45%, in linea con il 44,6% indicato dal LEI. Recentemente, questa stima è stata abbassata al 30%, nonostante il LEI suggerisca una probabilità del 40,6%. Questo divario del 10,6% è significativo e suggerisce che i previsori potrebbero vedere segnali che non sono ancora evidenti attraverso l'analisi del LEI.
Un altro indicatore importante è la curva dei rendimenti del Tesoro degli Stati Uniti, che confronta i tassi di interesse a breve e lungo termine. Storicamente, le recessioni sono state precedute da una "inversione" della curva dei rendimenti, in cui il tasso dei titoli a tre mesi supera quello dei titoli a dieci anni. Questo fenomeno è attualmente in atto.
Alla fine del 2023, la probabilità di una recessione stimata dagli economisti era del 50%, molto vicina al 47,8% suggerito dalla relazione storica con la curva dei rendimenti. Al 13 giugno, invece, questa stima è scesa, come detto, al 30%, ben al di sotto del 46,7% indicato dal mercato obbligazionario (si veda il grafico sopra riportato). Questa discrepanza di 16,7 punti percentuali solleva interrogativi sull'accuratezza delle previsioni attuali rispetto ai segnali tradizionali del mercato.
Gli esperti sono divisi sulla questione, ma generalmente si ritiene che sia il LEI, che la curva dei rendimenti siano ancora i migliori indicatori anticipatori delle recessioni. C’è anche chi suggerisce che il massiccio stimolo fiscale del 2023 possa aver prolungato il ritardo tra l'inasprimento della politica della Fed e una contrazione economica.
In Europa, ci sono segnali positivi, ma anche nuove sfide. Recentemente, il Primo Ministro greco ha annunciato il rimborso anticipato di circa 8 miliardi di euro di prestiti di emergenza, segnalando una notevole ripresa economica. I titoli di stato greci a 10 anni ora offrono un rendimento del 3,6%, lontano dai tempi in cui i rendimenti superavano il 20%. Diverse agenzie di rating hanno restituito alla Grecia il livello di investment grade (ovvero I titoli sono investibili senza particolari precauzioni), evidenziando una rinnovata fiducia nei confronti del paese.
Tuttavia, altre parti dell'Eurozona stanno affrontando nuove difficoltà. A maggio, l'agenzia di rating S&P ha declassato i titoli di stato francesi a causa delle preoccupazioni per i livelli di debito del paese. Inoltre, l'annuncio a sorpresa di Macron di indire elezioni anticipate ha aumentato l'incertezza politica, ricordando a molti l'esito del referendum britannico sulla Brexit.
Si sta verificando una specie di scambio dei ruoli e nel gruppo di paesi problematici in Europa si possono ora includere la Francia e la Germania, con una conseguente pressione in aumento su alcuni titoli di stato e sull'euro. Rimane comunque l’ottimismo di molti investitori verso le azioni europee.
Nei mercati emergenti, gli investitori devono spesso affrontare narrazioni complesse e contraddittorie. Nonostante la reazione negativa del mercato alle recenti elezioni in India, Messico e Sudafrica, in molte altre economie emergenti che erano tradizionalmente considerate vulnerabili si stanno evidenziando sviluppi positivi.
Grazie a politiche monetarie efficaci, molte economie emergenti sono infatti riuscite a controllare l'inflazione rapidamente e lo scorso anno hanno iniziato un ciclo di riduzione dei tassi. Questo approccio proattivo dovrebbe sostenere la crescita economica nel 2024. Un esempio della determinazione nel combattere l’inflazione è quello della Banca Centrale del Brasile, che ha aumentato i tassi per 12 riunioni consecutive, portandoli dal 2 (di marzo 2021) a13,75%.
In un contesto di condizioni finanziarie più restrittive nei mercati sviluppati, molte politiche macroeconomiche nei paesi emergenti sono ora migliorate significativamente. Riforme strutturali, disciplina fiscale e l'adozione di regimi di cambio flessibili hanno contribuito a ridurre i premi di rischio associati agli investimenti in questi paesi.
Il benchmark JPMorgan Emerging Market Bond Index Global Diversified è cresciuto dell'11,09% lo scorso anno ed è in crescita del 2,62% quest'anno.
Fonte: Bloomberg, FT
In Argentina, per esempio, il presidente eletto Javier Milei ha promesso di ridurre la spesa pubblica e ha già presentato un piano di surplus fiscale e riforme senza precedenti. Anche se c'è stata una lieve flessione nell'ultimo mese, un indice di obbligazioni argentine in valuta forte è ancora in aumento del 62,8% da quando Milei è stato eletto.
Situazioni simili si osservano in Africa, con il nuovo presidente della Nigeria, Tinubu, che sta affrontando la sfida della corruzione e con il nuovo governatore della banca centrale, Cardoso, impegnato a ripristinare la fiducia nel sistema finanziario. Anche il Kenya, considerato a rischio di default lo scorso anno, ha dimostrato un impegno verso le riforme e ha ottenuto un nuovo programma del FMI.
Come detto, sia pure tra elementi più o meno favorevoli, la visione rimane in generale positiva sul mercato azionario mentre c’è ancora un pò di incertezza sui bond (di elevata qualità). Quindi il posizionamento è sostanzialmente simile a quello dei mesi passati con un lieve sottopeso sui bond stessi.
A livello di singoli strumenti abbiamo:
Sebbene le probabilità di una recessione negli Stati Uniti sembrino diminuire secondo gli economisti, la persistenza dell'inversione della curva dei rendimenti e i segnali misti del LEI indicano che le incertezze, almeno in parte, permangono. In Europa, mentre alcuni paesi mostrano segni di miglioramento, altri affrontano nuove sfide economiche e politiche. Nei mercati emergenti, politiche monetarie efficaci e riforme strutturali stanno di fatto migliorando le prospettive economiche.
Restiamo a disposizione per qualsiasi chiarimento o ulteriore informazione. Grazie per la vostra continua fiducia e supporto.
Cordiali saluti,
Team investimenti