Euclidea Magazine

Il ribilanciamento dei portafogli - Febbraio 2023

Scritto da Euclidea | 28-feb-2023 15.00.00

Dopo un 2021 di ripresa economica straordinaria e un 2022 in cui l’economia reale ha, almeno in parte, sorpreso ancora positivamente (mentre altrettanto non si può dire dei mercati), c’è la percezione che le economie globali siano destinate a rallentare.

 

La risposta economica degli anni 21 e 22 è stata infatti per certi versi una reazione inaspettata e sorprendente alle pur straordinarie iniezioni di liquidità del periodo post-Covid. Il reddito pro capite dei cittadini americani ha avuto nel 2021 un incremento mai visto in passato (i dati definitivi del 2022 non sono ancora disponibili).

 

 

USA GDP pro capita

Fonte: World Bank

 

Non tutte le economie hanno beneficiato del periodo post-Covid così ampiamente, ma in genere gli effetti sono stati molto positivi.

 

 

Germania GDP pro capita

Fonte: World Bank

 

Quello che ci si chiede ora è se il quasi inevitabile rallentamento economico sarà repentino (hard landing) o più graduale (soft landing). In una recente ricerca di Bloomberg le due opzioni sono viste come egualmente probabili mentre gli altri casi, crash o continuazione del trend, sono ritenuti meno plausibili.

 

Le incertezze sull’andamento dell’economia sono strettamente connesse alle ripercussioni sull’inflazione. È lecito attendersi che ad una moderazione della crescita economica possa corrispondere una crescita minore dei prezzi, più vicina a quel 2% che rappresenta il target delle banche centrali.

 

Tuttavia, dopo un primo periodo di calo dell’inflazione che ha incoraggiato gli investitori, gli ultimi dati si sono mostrati meno favorevoli, soprattutto nella componente al di fuori di cibo ed energia.

 

La risposta dei mercati obbligazionari, che sono le sentinelle più attente ai dati sull’inflazione, non ha tardato a farsi sentire, riportando velocemente il tasso di interesse a 2 anni vicino o addirittura sopra ai massimi precedenti, a seconda dei mercati.

 

Sembra quindi che l’inflazione si stia ancora muovendo in maniera inerziale e non pare sia ancora arrivato il momento ideale per aumentare l’esposizione ai mercati obbligazionari, se non assumendo un livello di rischio almeno moderato.

 

La sensazione è comunque che questo strascico di inflazione, per certi versi prevedibile, non sia duratura e che il sentiero di calo intrapreso venga confermato grazie anche ad un rallentamento economico che, come dicevamo, appare probabile.

 

 

 

Ribilanciamento Portafogli

 

Nel corso del mese abbiamo confermato la predilezione del credito rispetto all’azionario mentre i bond (investment grade) rimangono in una posizione sostanzialmente difensiva. I modelli non offrono ancora particolari spunti evidenti né nella ricerca di opportunità settoriali né in quella di diversificazione geografica. Pertanto, i cambiamenti di asset allocation sono stati moderati.

 

Unica variazione da segnalare è la sostituzione di un fondo short term suggerita dal nostro fund ranking interno, ed effettuata per garantire che i portafogli siano sempre investiti nei fondi che offrono le valutazioni e le prospettive migliori (nello specifico esce un fondo Candriam ed entra uno di JP Morgan).