La gestione passiva è nata nell’industria dell’asset management negli anni ’70 e ha cominciato a prendere piede negli anni ’90 con l’avvento degli ETF. La popolarità di questi strumenti è cresciuta particolarmente a seguito crisi del 2009 dove molti gestori attivi hanno sotto-performato l’indice di riferimento a fronte di commissioni spesso elevate. La turbolenza finanziaria ha reso gli investitori maggiormente consci dei costi dei prodotti finanziari e ha generato un significativo interesse in questo tipo di gestione. Diversi accademici hanno scritto a proposito classico dibattito fra gestione attiva e passiva: già nel 1991 William Sharpe scriveva il celebre paper “The Arithmetic of Active Management” dove asseriva che, per costruzione, in media i fondi passivi non possono che sovra-performare le controparti attive, dove la differenza di performance media è costituita dalla differenza di commissioni composte nel tempo.
Sia gli ETF che gli index fund sono strumenti il cui obbiettivo è replicare passivamente un indice di mercato.
La differenza sostanziale dei due è che l’ETF può essere scambiato su un mercato regolamentato proprio come una azione, dunque possono essere comprati e vendute quote in qualunque momento della giornata (intraday). Gli index funds hanno un pricing giornaliero (cutoff) generalmente ai prezzi di chiusura di borsa.
Fra i contro che caratterizzano gli ETF è che nel processo di acquisto-vendita viene applicato un costo Denaro/Lettera che rappresenta un costo di trading aggiuntivo oltre alle commissioni tradizionali (variabile a seconda del tipo di asset class e di scenario di mercato). L’ETF inoltre può presentare problemi di liquidità quando i volumi di trading sono modesti. L’ETF ha come vantaggio la possibilità di essere acquistato e venduto intraday beneficiando di variazioni vantaggiose dell’indice e il fatto che generalmente presentano una gamma di offerta più ampia (alcuni fondi passivi di asset class specifiche sono presenti solo nella versione ETF). L’index fund al contrario è meno flessibile ma risente meno di problemi di liquidità e si presenta con commissioni ancora più convenienti.
Dipende dalla funzione del fondo passivo: se l’obbiettivo è quello di investire per il medio lungo termine allora un index fund può rappresentare un’ottima soluzione nel contesto di asset allocation strategica. Se invece il fondo passivo ha una funzione di asset allocation tattica e dunque ha esigenze di estrema flessibilità allora potrebbe avere senso scegliere un ETF.